Alla fine ne è uscito un singolare e articolato mix di vie. Era
nostra intenzione risalire in invernale lo spettacolare canalone Maurizio
Primavera nel versante sud del Dolcedorme, fatto un paio di anni fa in estiva, e
invece per un inspiegabile, imponderabile scherzo della memoria abbiamo deviato
a circa metà percorso ad una diramazione andando a prendere infine una via di
fuga verso Pietra Colonna, che risale in direttissima verso la vetta.
Il comune denominatore di questa stagione invernale pare
essere il vento forte e la neve fresca e cosi anche oggi sabato 16 febbraio la
giornata parte con il vento ululante in quota e una fascia nuvolosa che copre
le zone terminali. Le previsioni però danno tali fenomeni in attenuazione e
cielo aperto in tarda mattinata e questo ci rincuora.
Da quattro potenziali partecipanti ci ritroviamo in due,io e
Pasquale,uno imprevisto di lavoro,l’altro macchina in panne.Partiamo alle 5.30
dal sottopasso zona Orto botanico di Castrovillari a circa 700 m. perché quando
si affrontano le vie a sud del Dolcedorme sappiamo che sarà dura battaglia,vie
infinite,dislivelli massacranti e pendenze ardite,un cocktail esplosivo niente
male.
Ci resta solo il dubbio sulle attuali condizioni del fondo
nevoso causate dalla nevicata del giorno precedente,20 cm di neve fresca che si
sono posati sul manto duro e compatto che da solo sarebbe stato davvero ideale
e chi è del mestiere sa come potrebbe essere insidioso questo stato di fatto
mentre si risalgono i canaloni.
Ci avviamo alla luce delle nostre frontali e dopo aver
superato la radura di Valle Piana a 900 m di quota troviamo subito la neve
fresca caduta il giorno prima. Siamo piuttosto veloci ma prima di raggiungere
il Passo di Valle Cupa a 1317 m. incontriamo purtroppo molti tronchi abbattuti
sul sentiero che ci costringono a scomodi aggiramenti.
Superiamo il valico dopo esserci messi la giacca perché dietro
tira un vento impetuoso e discendiamo subito il vallone invaso anch’esso da
alberi abbattuti.Ci chiediamo cosa faccia l’ente parco visto che questo disagio
dura da anni ed è uno sfregio per questo splendido sentiero che introduce alle
direttissime del Dolcedorme.Prendiamo la pista che raggiunge il Timpone
Campanaro lasciandolo all’altezza della base del canale che scende da Pietra
Colonna e risaliamo l’erta pendice boscosa che lo costeggia.Si va spediti e la poca
neve fresca non ci crea nessun problema.
Entriamo nel fondo del largo canale e già comincia ad intravedersi
la poderosa muraglia rocciosa nella quale si incuneano gli stretti intagli di
Pietra Colonna e Via Luzzo.Risaliamo con passo deciso e a circa 1600 m.
incontriamo la prima diramazione, l’attacco a Pietra Colonna.La tralasciamo
salendo ancora fin dove il canalone si allarga per scoprire l’immensità e la
selvaggia bellezza di questo luogo incantato.
Il successivo incrocio è quello giusto, dritti si va a
prendere la via Luzzo, a sinistra si innalza la nostra via. Cominciamo la
progressione e dai 40° tocchiamo più in alto anche i 50° su una strettoia
ghiacciata. Sulla destra sale anche un ripido canalino che andrebbe esplorato
in futuro. Tutto intorno siamo circondati da rocce, ghiaccio e pini loricati di
straordinaria bellezza. Pare di trovarci in un giardino di cristallo e l’ambiente
è assolutamente grandioso.
Al punto in cui la via piega leggermente a destra ci si
ritrova ad una diramazione. Avremmo dovuto proseguire a destra, sede naturale
del canale, ma non so per quale motivo scelgo di proseguire su per questa sorta
di pendice canale. La verità è che sono
assolutamente convinto che i due rami si congiungano piu’ in alto ma così non è.
Rispetto alla precedente salita ove seguimmo correttamente il percorso per
deviare successivamente verso sinistra, stavolta la memoria mi gioca un
brutto scherzo.
Comunque la salita è veramente impegnativa perché superiamo
in libera dei risalti di misto che toccano anche i 70°.Raggiungiamo un enorme
roccione e qui mi accorgo che qualcosa non va perché scorgendomi dal suo lato
destro si vede il vero canale molto al di sotto, irraggiungibile da qui se non
con delle calate. Purtroppo ci tocca salire ancora finche’ non guadagniamo il
culmine di questa che ora è diventata prima una cresta un po' arrotondata e poi,
giunti su di una selletta diviene frastagliata con diversi salti di misto da
superare in parete e che divide il canale Primavera con quello di Pietra
Colonna.
Infatti guardando ad ovest appaiono davanti a noi i Denti
del Dolcedorme, due ardite guglie rocciose attorniate da pini loricati. Sotto
corre appunto Pietra Colonna.Realizziamo dunque che le uscite si trovano verso
est e che per raggiungerle dovremmo a questo punto operare una complicata
calata e atterrare su di un pendio di accumuli di neve morbida a 50° e poi
risalire faticosamente con quelle condizioni.
Per questo decidiamo di buttarci su Pietra Colonna.Andare a
recuperare adesso la nostra linea originale dopo tutto il tempo perduto non è
proprio il caso. L’unica soluzione è quella di farci gli ultimi tremendi 200 m
dell’anfiteatro di Pietra Colonna, con neve che sta mollando ma in compenso più
facile. Abbiamo già colmato 1300 m di dislivello e adesso ci sarà da soffrire.
Siamo a 2000 m. e comincia a fare caldo. Tutta quella
nuvolaglia presente dalla mattina è stata spazzata via, il sole ora picchia
forte e la neve sta diventando papposa. Cominciamo la nostra progressione su
neve discreta, riusciamo infatti a trovare tratti di neve dura, ma dopo il
monolito di Pietra Colonna le cose cambiano. Sopra la neve compatta c’è lo
strato di neve fresca del giorno prima e ad ogni passo sotto il rampone si
forma un pericoloso zoccolo che ci fa slittare. Più si sale, peggiore è la neve
e si arriva a toccare anche i 50°.Con passo lento ma cadenzato e tanta buona
volontà questo salitone infinito finalmente giunge al termine. Scavalcata una
piccola cornice conquistiamo la cresta est del Dolcedorme, a poche decine di
metri dalla vetta.
A nord la parete è ghiacciata e increspata dal vento di
tramontana a conferma del fatto che spesso le condizioni climatiche tra i due
versanti cambiano completamente. Stanchissimi ci tocca ora discendere lungo il
crestone andando a guadagnare il vallone del Faggio Grosso, via utilizzata
quasi sempre per il ritorno.
Abbiamo fatto una grande scalata come già sapevamo sarebbe
stata. L’unico neo dal punto di vista puramente tecnico è che per una errata
valutazione del tracciato non abbiamo chiuso la via prefissata, realizzando un
bypass tra le due, ovvero facendo la parte iniziale del canale Primavera, poi
il raccordo e infine l’ultima parte della via Pietra Colonna.Alla fine, dico io
“ma chi se ne frega. L’importante è che ci siamo divertiti e abbiamo goduto di
ciò che la montagna e questi ambienti fiabeschi oggi ci hanno regalato”.
2 commenti:
esatto caro chi se ne frega! l'importante e divertirsi e godere delle meraviglie anche se faticose bellezze che ci regala la montagna!
Infatti,questo è l'importante
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