La storia
geologica del Pollino è riscontrabile osservando le bancate rocciose disposte a
pacchi di giornale o a franapoggio
soprattutto nel settore orientale del parco.Esse si sono formate grazie a
fenomeni di sedimentazione avvenuti 200 milioni di anni fa sul fondo del mare
della Tetide. Con il successivo innalzamento di queste strutture e i movimenti
tettonici le stratificazioni hanno assunto un andamento inclinato e sinuoso. L’esempio
piu’ eclatante è la parete ovest della Timpa di S.Lorenzo,la Timpa della
Falconara,il Sellaro e le pareti di alcune gole fluviali come il Raganello.Compaiono
anche nell’avancorpo ovest di Monte Pollino dove si innalzano dei muraglioni di
roccia inclinati e regolari intervallati da cenge erbose.
Questo
settore è stato l’oggetto della mia ultima fatica in solitaria.Undici anni fa
durante un’escursione solitaria sul Pollino la curiosita’ mi spinse ad
abbandonare improvvisamente la via normale che stavo seguendo.Il mio istinto di
cercare nuovi percorsi mi fece rivolgere l’attenzione verso queste formazioni
rocciose con l’intento di trovare un passaggio seguendone il filo di cresta.Non
so se fui il primo a salire da li ma chiamai questa via Direttissima Nord Ovest.In
seguito appresi da alcune relazioni di una cresta nord ovest spostata verso Est
che pero’ cammina su terreni piu’ facili. Recentemente la ripetei in
invernale di nuovo in solitaria cercando
si mantenermi proprio sul ciglio,al limite della sicurezza visto che ero solo e
senza attrezzature di assicurazione.Chiamai quella linea Via della Cengia.Dopo
qualche anno due alpinisti pugliesi la ricalcarono ma un pò piu’ in alto e la
chiamarono Variante invernale alla Cresta Nord Ovest,probabilmente seguendo la
mia originale linea di salita fatta la prima volta in estiva.Si tratta in ogni
caso di una via molto alternativa e al di fuori dei soliti circuiti
escursionistici per gente che ama gli ambienti selvaggi ed isolati.
Impegni di
lavoro mi impongono di tornare all’auto per mezzogiorno. Parto prestissimo e
alle sei e trenta sono gia’ in cammino da Colle dell’Impiso.In realta’ il mio
programma comprendeva due vette da sciegliere tra Serra del Prete e Serra
Dolcedorme insieme a Monte Pollino.Poi ho pensato che sulla cresta NO del
Pollino avrei perso tempo a causa della morfologia aspra del territorio, di
conseguenza ho rinunciato all’altra vetta. Nonostante il caldo intenso di
questi giorni la temperatura è ideale, perfetta e in quota vi è anche una
discreta ventilazione.Nella prima parte del sentiero che parte dall’Impiso e ai
piani alti di Vaquarro vi sono consistenti tagli di faggi con i tronchi
ammucchiati al suolo pronti per essere trasportati. Mi chiedo se siano
regolamentati con la forestale e l’ente parco oppure operati del tutto
arbitrariamente.Dopo tre quarti d’ora giungo al brullo Pianoro di
Gaudolino,crocevia di sentieri che portano a Monte Pollino,Pollinello,Piani di
Pollino e Colloreto a valle.
Tralascio la
via normale per il Pollino e prendo la pista a sinistra che collega Gaudolino a
Piano Toscano.Per attaccare la cresta nord ovest,o meglio la variante della
cengia,lo abbandono dopo una decina di minuti e comincio a risalire verso
destra in libera e in dura erta nella faggeta. Proseguo fino a sbucare alla
base di una parete lungo una esile cengia erbosa molto ripida,scivolosa e in notevole
esposizione.Devo stare molto attento perche’ un passo falso qui mi proietterebbe
giu’ di un centinaio di metri.Con cautela e piede fermo giungo ad un punto
morto dove bisognerebbe arrampicare.Essendo solo ritorno sui miei passi di una
trentina di metri e aggiro da sopra questa prima fascia di rocce per seguire il
filo di cresta.Qualche affaccio mi consente di osservare la mastodontica Serra
del Prete,la verdeggiante Valle del Frido e all’orizzonte il Monte Alpi.Il
tutto attorniato da tenaci pini loricati che prediligono assolutamente i luoghi
piu’ inaccessibili e verticali dal fondo roccioso e substrato terroso quasi
inesistente.Sono esseri viventi che sembrano sfidare ogni logica fisica e
biologica.
Cerco di
stare sul filo di cresta per avere piu’ visuale ma questo significa ingaggiare
un combattimento con i piccoli faggi contorti e fitti su un terreno ripidissimo
e reso scivoloso dalle foglie secche e dall’erba.Sono costretto forza maggiore
allontanarmi di tanto in tanto dal ciglio dove la faggeta è piu’ rada in modo
da avanzare piu’ comodamente.Finalmente,dopo una dura lotta esco allo scoperto
dove mi si apre un fantastico scenario di pareti rocciose,pini loricati vivi e secchi,brecciai
e dirupi.E’ sicuramente il versante piu’ tormentato e intrigante di questa
magica montagna,l’anima selvaggia del Pollino,che ai raggi delle prime ore del
mattino acquista una vividezza unica.Da questo punto risalire la parte scoperta
della Cresta Nord Ovest è un vero piacere.Continuo lungo la larga cengia e per
facili roccette portandomi sul bordo dell’anfiteatro del Valangone.Un altro
piccolo sforzo nel risalire l’ultima rampa in dura erta e sono in vetta.Dato il
vento teso che soffia da est e che su questa montagna non manca mai mi vado ad
accucciare nell’anfratto del muretto di pietre a forma di ferro di cavallo
realizzato appositamente come riparo.
Dopo le foto
di rito tutt’intorno e qualche barretta da mandare giu’ comincio la facile
discesa per la via normale che costeggia la splendida dolina sommitale.Riesco
da questa posizione di favore anche a zummare su alcuni pini loricati della
Serretta del Pollinello come il Candelabro e piu’ giu’ svettante dalla faggeta il
Patriarca.Presto sono sulla piccola radura dove si inverte direzione per
intraprendere il sentiero che mi riportera’ a Gaudolino.Anche qui ne approfitto
per immortalare altri loricati famosi quali il Guardiano e il pino ritorto,forse
i piu’ fotografati in assoluto.Ce n’è sta un altro che assomiglia un drago
pronto a spiccare il volo con la testa che guarda in alto.Mentre seguo il
sentiero in discesa incontro diversi gruppi di escursionisti che salgono e per
essere lunedi un po’ mi sorprende.
Da Gaudolino
velocemente raggiungo la mia auto. Mi cambio,rinfrescata e via al lavoro.Che
vitaccia.Ancora una volta il Pollino non ha deluso le aspettative.Escursione
avventurosa,articolata ma di grande siddisfazione,non per tutti e che consiglio
soprattutto agli amanti della wirldeness,ai curiosi e ai duri della mintagna.
Nessun commento:
Posta un commento