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lunedì 5 ottobre 2020

Serra del Prete dal crinale sud ovest

 


Durante questa solitaria la memoria inevitabilmente è tornata a quel freddo pomeriggio di fine febbraio quando risalimmo la Slavina sul fianco orientale di Serra del Prete per ammirare il tramonto in vetta. L'incredulità per ciò che stava accadendo a causa del Covid rimase impressa nella nostra mente in modo indelebile. Seguì il lockdown che ci costrinse a non vedere i nostri monti per un po’di tempo lasciandoci sospesi in una irreale e spasmodica attesa. Questo ritorno su Serra del Prete è stato dunque una sorta di urlo liberatorio forse per esorcizzare quelle passate sensazioni.Rispetto allo scorso inverno, la salita avviene per il versante sud ovest partendo direttamente da Piano Ruggio. D'estate non amo particolarmente questa zona per via della marea di turisti che la invadono come cavallette. Giungervi però alle cinque del mattino, mentre albeggia e non c'è nessuno, in perfetta solitudine, con la mole immensa e scura di Serra del Prete che incombe e le ultime stelle che si spengono, rende il luogo assolutamente superlativo e magico. E’ la massima espressione della pace dei sensi.







In realtà non sarei proprio da solo. Con me c'è un simpatico pastore maremmano che comincia a seguirmi, e lo farà quasi fino in vetta. Qui’sul Pollino capita spesso di incontrare dei cani che finiscono col seguirti per tutta l'escursione. Frontale in testa mi avvio attraversando il pianoro in diagonale per raggiungere il terrazzo panoramico del Belvedere del Malvento, senza dubbio la località turistica più frequentata di tutto il Pollino. Prima di giungere alla staccionata piego a sinistra nella faggeta per andare ad ammirare uno degli alberi monumentali del Pollino, il fiabesco “Faggio delle sette sorelle”. È un maestoso esemplare dotato di un imponente apparato radicale il cui perimetro ad un metro circa da terra misura 470 cm di circonferenza. È cosi chiamato, perché si è formato dalla fusione naturale di sette alberi di faggio.








Il Belvedere, posto tra i contrafforti occidentali di Serra del Prete e la pendice orientale del Timpone Capanna era utilizzato in passato come stazione della teleferica per il trasporto del legname. Da qui’ si domina l'intera piana di Castrovillari e i costoni rocciosi di Serra del Prete dove svettano alcuni pini loricati, gli unici sul Pollino che si possono ammirare da vicino compiendo solo un percorso turistico. Mentre i primi raggi di sole baciano le cime dei monti di Orsomarso mi avvio non per il sentiero ufficiale ma lungo le rocce esposte del bordo del costone per andare ad osservare un bel Pino loricato dalla chioma a bandiera che svetta in piena parete.








 Al di sopra del Pino, dopo aver risalito alcune roccette, riprendo la traccia segnata che segue fedelmente il crinale tra graziose fioriture di cardi pallottola azzurri. Rientro di nuovo in faggeta lungo un pendio ripido per uscire subito dopo di nuovo allo scoperto dove mi si apre un paesaggio lunare. Più che sul Pollino pare di essere sulla Maiella o sui monti Sibillini con i loro inconfondibili dolci e ondulati declivi. A est dominano la scena Serra del Pollinello e il Pollino da dove trapelano i primi raggi di sole. Dal lato opposto una magnifica visione d'insieme su Piano Ruggio e i monti disposti a corona con il rifugio De Gasperi che occhieggia solitario. Come lame la sua luce calda e morbida del mattino lambisce il mare d'erba che ricopre le praterie d'alta quota. In fondo le balze terminali del Dolcedorme si elevano su tutto il paesaggio.








Giunto ad un culmine panoramico a quota 2030 si cambia direzione. Procedo ora verso est all'interno di una vasta dolina in cui compaiono quattro bellissimi inghiottitoi, il primo enorme e profondo, gli altri inferiori, tradendo la natura carsica di queste terre. Serra del Prete è caratterizzata da una morfologia unica, presentandosi nella parte sommitale come un vasto altopiano, tanto che da lontano, venendo da ovest non riesci a distinguere la cima che raggiungo alle 8.30.








Splendido il colpo d'occhio dal suo culmine. Il monte Pollino si mostra nel suo profilo più bello, il tormentato versante nord ovest fatto di brecciai, canaloni e pareti verticali festonate di pini loricati. Si abbraccia lo spettacolare e verdeggiante circo glaciale di Serra del Prete a “braccioli di poltrona”, testimonianza questi di un antico ghiacciaio di epoca wurmiana. Di fronte, a est la Serra delle Ciavole e Serra Crispo adagiate sugli assolati pianori del Pollino. Dalla terza elevazione del parco,2181 m lo sguardo spazia in tutte le direzioni. È uno spettacolo ammirare il paesaggio che si estende verso ovest, nord ovest dove le quinte di monti del Pollino e dell'Orsomarso tra i quali il Cozzo del Pellegrino e il Petricelle infine si perdono all'orizzonte. E oltre ancora si distingue chiaramente il golfo di Policastro con il piramidale Monte Bulgheria in bella evidenza. Poi altre cime cilentane che vanno a fondersi con il Sirino ed infine il monte Alpi. È un tripudio di sensazioni ed emozioni che la luce meravigliosa di oggi esalta in tutte le sue sfumature.








Al ritorno scendo al Belvedere e fino all'auto mi imbatto in una marea di gente come non l'ho mai vista. Sembra l'invasione degli unni. In ogni caso Serra del Prete è una vetta che consiglio vivamente perché non oppone difficoltà particolari. Partendo dal Belvedere di Malvento i circa 600 m. di dislivello di colmano dolcemente senza pendenze accentuate. Allo stesso tempo regala al visitatore sensazioni uniche perché ti proietta in un paesaggio lunare regalando panorami circolari senza eguali in tutte le direzioni.








 



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