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sabato 13 novembre 2021

Monte La Caccia Direttissima Ovest

“Ora che ci siamo un po’riposati devo ringraziare gli organizzatori per la splendida giornata di ieri. Un percorso verticale che ci ha fatto ammirare scorci indescrivibili di rara bellezza. Abbiamo incontrato altre due sezioni, CAI Verbicaro in vetta e CAI Grottaglie con cui ci sono sentiti per telefono perché già in vetta molto prima di noi. Il monte La Caccia è stato scelto da molti CAI, ma la Direttissima è stata solo nostra,1000 metri di dislivello in uno scenario fiabesco.Insomma stanchi ma felici”.

“Tra le escursioni più belle, sia per il percorso, sia per il gruppo..grazie!”





Queste le impressioni a caldo di due associati alla sezione CAI Castrovillari dopo la splendida uscita organizzata da me e l’amico Pasquale su Monte La Caccia, estrema propaggine sudoccidentale del parco del Pollino, nei monti di Orsomarso. Anche se veterano e non nuovo di questi luoghi, vedere le espressioni raggianti e felici nei visi dei partecipanti è davvero gratificante e motivo di grande soddisfazione.





Su monte La Caccia ho detto tanto già quattro anni fa in occasione dell’ultima escursione sempre per la Direttissima. La descrissi come “una montagna che ha tutto, panorami mozzafiato a trecentosessanta gradi che spaziano dal golfo di Policastro alla costa calabra, alle Eolie fino all’Etna se le condizioni lo permettono. Lato montagna troneggia la Montea con i suoi crinali seghettati e aguzzi e i suoi satelliti. Trovandosi in linea d'aria solo a qualche chilometro dal litorale tirrenico sembra ci si possa tuffare. Cielo e mare sono fusi in un tutt'uno mentre nuvole ovattate drappeggiano l'orizzonte, una fantastica balconata sul Tirreno”.





Osservandola dalla costa si erge imponente come una bastionata rocciosa insuperabile tale da incutere timore, soprattutto la sua immane e inviolata parete sud ovest sulla quale allignano centinaia di splendidi pini loricati abbarbicati su fazzoletti di roccia inaccessibili, addirittura innalzandosi dalle pareti strapiombanti. Rappresentano la stazione più meridionale d'Europa di questo vegetale unico al mondo.





La via più gettonata per salire Monte La Caccia è quella che dalla frazione di Trifari  a 736 m raggiunge  il rifugio Belvedere a 1335 m. e passando per la piccola cappella con la croce in ferro risale la ripida e affilata cresta sud. Ma esiste anche un itinerario poco conosciuto e frequentato, di gran lunga più duro e aspro, quello della Direttissima ovest che ha visto oggi protagonisti undici agguerriti affiliati alla sezione CAI Castrovillari, alla sottosezione di Cerchiara di Calabria, al gruppo di Rossano Corigliano e un giovanissimo della sezione di Cosenza. Ho ritrovato al contempo anche Massimo con il quale ho condiviso numerose avventure soprattutto nel periodo in cui nacque la giovane sezione.





La giornata dal punto di vista delle condizioni meteorologiche è assolutamente perfetta. Dopo un breafing conciso ma esaustivo intraprendiamo il sentiero all'inizio della ridente frazione dove vi sono tante macchine parcheggiate, fatto veramente insolito per questa località. Sono infatti presenti altri escursionisti, alcuni del cai Verbicaro, altri di Grottaglie. Mai visto un tale traffico su monte La Caccia.





Il sentiero molto evidente ci porta ad un cancelletto di legno che troviamo aperto. Pochi metri dopo abbandoniamo la pista per risalire la ripida pendice erbosa alla nostra sinistra. Seguendo un percorso senza traccia dopo un'ora buona raggiungiamo il vertice di un monte di forma di piramide senza nome quotato 1246m.Dalla sua cima la vista sull’immane parete Ovest di monte La Caccia è totale e coinvolgente, con i suoi canaloni e crinali aderti tappezzati di pini loricati. Lato mare l’orizzonte si amplia spaziando dal Golfo di Policastro al basso Tirreno.





 

Mentre si procede faticosamente, la via di salita non lascia dubbi sulla direzione da prendere e confluisce verso la base di un canalone più definito molto ripido che oppone tratti di arrampicata di primo e secondo grado e che si incunea tra le pareti laterali. Dopo una prima faticosa pettata nel ripido canale, in un punto comodo per l’attraversata operiamo una digressione per raggiungere il ciglio della vertiginosa parete sud ovest dal quale la vista spazia su vasti panorami verso il Cannittello e i valloni che da esso precipitano. 





Più in alto seguendo la cresta ove ciò è possibile guadagniamo un altro strepitoso affaccio verso Serra La Croce e la cresta sud de La Caccia che sarà la nostra via di discesa. Rientrati molto ripidamente nel bosco di faggi, dopo una faticosa ultima impennata aggirando rocce ed anfratti conquistiamo la nostra agognata cima. In faggeta cominciamo ad assistere seppur nella fase iniziale al magnifico spettacolo del foliage.





In vetta ritroviamo il CAI di Verbicaro ed è subito condivisione e partecipazione, come se ci conoscessimo da sempre, prova inconfutabile dell'unità e della coesione che contraddistinguono da sempre il sodalizio. I “colleghi” di Grottaglie sono invece già sulla via del ritorno lungo la cresta.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spettacolo assoluto a trecentosessanta gradi, un connubio perfetto tra mare e montagna, un tripudio di rocce, pinnacoli, creste affilate e valloni dirupati, boschi fittissimi e pini loricati a perdita d'occhio. Il tutto incastonato in un'area Wilderness di assoluta bellezza e unicità. La Caccia ogni volta riempie di stupore, soprattutto in coloro che oggi l'hanno scalata per la prima volta, difficile da conquistare ma che ripaga in maniera incredibile.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo la sosta e le numerose foto di rito scendiamo lungo la via di ritorno seguendo il boscoso filo della pendice est fino ad abbandonarlo per impegnare in forte discesa il crestone sud che conduce alla chiesetta. Passando poi per l'affollato rifugio Belvedere gestito dall'associazione Amici della montagna cominciamo la lunga discesa per il sentiero scavato lungo un costone eroso di ghiaia fine grigio bianca calcarea tra pini loricati. Abbiamo anche il tempo di operare una breve deviazione per andare ad ammirare da vicino il “Monolito”, un roccione caratteristico che visto da una certa angolazione pare assumere sembianze antropomorfe, simile ai Moai presenti nell'isola di Pasqua. Massimo lo ha chiamato il “Divin Codino” perche’ in effetti il “testone” che guarda a sud ha una pendice di roccia che sembra un codino simile a quello del celebre calciatore.





Infine raggiungiamo stanchi e provati le nostre auto al crepuscolo con il sole che sta tramontando sul mare e l'isola di Stromboli che fa la sua comparsa lontano all'orizzonte. E per non farci mancare proprio niente catturiamo anche una splendida luna argentea che ci saluta da sopra monte Cannittello mentre sorge ed illumina la valle.





Che dire, escursione di grande respiro e notevole impegno che ripaga notevolmente della fatica e del dislivello colmato. Panorami mozzafiato in tutte le direzioni in un ambiente dalle mille sfumature, assolutamente da consigliare ma forse non in piena estate. Per il resto tutto ottimamente bene. Ringrazio tutti i partecipanti che hanno accolto l'invito e il mio compagno e grande amico Pasquale che mi ha assistito nell'organizzazione e la conduzione della gita.





 

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