Lunedì 30 Aprile 2012. Chiudiamo una buona stagione
invernale sulla vetta del Parco e del Meridione,la Serra Dolcedorme,versante
Nord dove pensiamo di trovare una delle ultime vie invernali in “condizione”.In
realtà di neve ce n’è ancora tanta a partire dai 1600 metri di quota,ma il gran
caldo degli ultimi giorni l’ha “mollata”di colpo. Un inverno davvero strano
quest’anno, caratterizzato da notevoli nevicate nel mese di Febbraio ma dove i
forti venti successivi hanno letteralmente
spazzato la neve dalle zone culminali accumulandola nei pendii sottostanti
soprattutto nei versanti nord-orientali. Ed’è stato curioso osservare come
negli altipiani e nei pendii non era difficile imbattersi in neve alta,fino ad
un metro e trovare poi la cima completamente scoperta.
La via,da affrontare insieme a Pasquale è la “Rampetta
Tranquilla”,aperta da me,Max,Domenico,Franco e Gigi nel Dicembre 2009. Si parte chiaramente da Colle dell’Impiso sull’asciutto
e attraversando i piani di Vaquarro tappezzati di crochi scendiamo al Torrente
Frido caratterizzato da una portata molto maggiore del normale quasi ad
assumere l’aspetto di un fiume,a testimonianza del fatto che la neve a monte si
sta sciogliendo in maniera assai rapida. Qualche centinaio di metri al di sotto
della radura di Rummo appare la neve,da subito abbondante e i rami dei faggi
prostrati ad ingombrare la traccia.
Giunti ai Piani lo scenario è maestoso. Accolti da un ovattato
cielo blu intenso ci appaiono disposti a corona il Monte Pollino,Serra
Dolcedorme,Serra delle Ciavole e Serra Crispo,quattro vette che superano i 2000
m. Per raggiungere l’attacco è necessario attraversare completamente il letto
di questo antico lago pleistocenico fino a portarsi a ridosso del contrafforte
settentrionale del Dolcedorme risalendo e superando un piccolo culmine posto a
destra della “Fossa del Lupo”.Molto pittoreschi i laghetti che si formano dopo
lo scioglimento della neve nei quali si specchia Serra delle Ciavole quasi
completamente spoglia.
Però dopo un avvicinamento di tre ore risulta davvero breve
l’ascensione per la rampetta,dapprima colma di neve e di botto finito,niente,a
“raccogliere margherite”come direbbe l’amico Mimmo. Ormai non ci resta che
raggiungere la vetta lungo la dorsale Nord-Ovest e imprimere i nostri pensieri
nel libro di vetta,protetto da un contenitore metallico e avvolto da un bustone
nero. Ultimi a salire la vetta un gruppo del Cai di Isola del Gran Sasso,il
giorno precedente.
La stanchezza è insolitamente tanta,complice il gran caldo
che soffro parecchio e ne approfitto,dopo aver consumato il panino per
schiacciare un pisolino al Sole. Ci sarei rimasto fino alla sera,ma Pasquale mi
chiama,è ora di tornare. Ridiscendiamo ai Piani,che a differenza
dell’andata,vista l’ora,diventano una sorte di “lente di Archimede”,una fornace
solare che ad attraversarli è quasi un incubo. Dopo otto ore di duro cammino
siamo al punto di partenza. Ripartiamo e a Piano Ruggio è d’obbligo fermarsi al
rifugio De Gasperi per una bella bibita fresca. Ora ricomincia la stagione
estiva e speriamo di aprirla alla grande,sempre a caccia di nuove
emozioni,nuove avventure e,magari nuovi amici.
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