Una uscita di ampio respiro quella
effettuata sabato 21 Giugno da me e Pasquale nel versante meridionale dell’area Serra del
Prete,Timpone Capanna e Timpone Vigianello.Un itinerario ad anello molto lungo
e impegnativo (circa 14 chilometri e 1000 metri di dislivello) attraversando
ambienti diversi di rara bellezza:forre boscose selvagge ed affascinanti
solcate da corsi d’acqua che in alcuni punti descrivono cascate e salti davvero
suggestivi,ampi e soleggiati pianori in quota tappezzati da pittoresche
fioriture primaverili,immense faggete ,pietraie desolate e ruderi dalla storia
antica. Questo è l’Anello del Monaco che prende il nome dal bosco di faggi del
versante meridionale di Serra del Prete,un mix di resistenza,determinazione e
voglia di camminare immergendosi nella wilderness più totale.
Nella parte iniziale e finale si
ripercorrono due antiche vie di comunicazione tra Calabria e Basilicata.Uno,il
Vallone della “Caballa”(dal francese gabel,che vuol dire tassa) percorsa dai
contrabbandieri di sale per sfuggire a tali dazi e l’altra,la Scala di
Gaudolino,mulattiera lungo la quale avvenivano gli spostamenti verso i pianalti
del Pollino,luogo di transito per i pellegrini che si recavano alla festa della
Madonna del Pollino e dei venditori di neve che la prelevavano da apposite
buche preparate in cui veniva fatta accumulare d’inverno. Un itinerario
storico,archeologico e naturalistico di grande importanza dunque.
Si parte nei pressi dalla località Colloreto per dirigersi attraverso una pista di servizio sotto i mastodontici piloni del viadotto Caballa.Il posto è decisamente squallido visto il cantiere realizzato per il restauro dello stesso e della nuova galleria della Salerno Reggio in questo punto,una orribile ferita aperta a deturpare una delle aree più selvagge e misteriose del Pollino. Superato alla svelta questo punto ci incuneiamo nella valle,percorrendo una pista non facile,abbastanza impervia e sicuramente fuori dei circuiti escursionistici abituali.
Nel primo tratto il sentiero,non di difficile individuazione si immerge in una fitta e rigogliosa vegetazione ripariale,tipica di ambienti fluviali ritrovandoci ben presto a camminare all’interno dell’alveo fluviale che presenta a tratti fenomeni di permeabilità. Sembra di essere nella foresta amazzonica. Nel tratto centrale risalendo di quota l’ambiente muta,incontrando la faggeta con alcuni esemplari davvero colossali e i primi salti d’acqua tra cui una cascata di 7,8 metri.
In qualche punto il sentiero
diventa difficile dovendoci inerpicare in forte salita sul lato in destra
orografica del torrente fino a raggiungere nella parte alta una maestosa
cascata composta da due salti di una ventina di metri sovrastata da uno sperone
roccioso sul quale sorge un pino loricato. L’aggiramento del salto sulla destra
non è dei più semplici in quanto è necessario superare un tratto davvero
difficile,impervio ed estremamente pendente.
Aggirato l’ostacolo il più è
fatto,seguendo infatti il torrente,sempre immersi nella faggeta fra le pendici
dei Timponi Capanna e Viggianello guadagnamo in breve i Pianicelli di Ruggio,il
cui fondo,un flysh semimpermeabile sembra una sabbie mobili nell’erba alta per
via dello scioglimento delle nevi primaverili.
Nell’erba alta dalla quale
spuntano piante di asfodeli raggiungiamo l’immenso e brullo pianoro di Ruggio
dominato in tutta la sua ampiezza dalla mastodontica Serra del Prete. A questo
punto bisognerà attraversarlo costeggiando il margine destro proprio sotto la
parete nord del Timpone Capanna fino ad intersecare la pista sterrata che in
breve conduce al Belvedere del Malvento,un magnifico balcone naturale che si
affaccia sulla Valle del Coscile e la Piana di Sibari.Questo è il luogo più frequentato
dell’intero Parco del Pollino,meta più che altro di innumerevoli turisti
provenienti da ogni dove che vengono ad osservare non solo il panorama ma anche
i pini loricati abbarbicati sulle pendici terminali della cresta sud ovest di
Serra del Prete.
Dopo una meritata pausa ci avviamo di buon passo per guadagnare la cresta impegnando una traccia che si stacca proprio dal Belvedere. L’obiettivo a questo punto è quello di superare una prima fascia boscosa e a quota 1800 tagliare in diagonale il fianco meridionale della montagna mantenendoci nella stessa curva di livello fino ad incontrare una pista abbastanza evidente ma assolutamente non segnata da nessuna parte che si inoltra all’interno del bosco del Monaco e che raggiunge Piano Gaudolino.Il panorama durante il nostro incedere fra desolate pietraie e meravigliose faggete è incomparabile sia guardando verso la bastionata Pollino-Serra Pollinello-Gaudorosso,sia più a destra verso la Piana di Sibari fino alla lontana Sila e il gruppo del Caramolo verso sud-ovest.
Evitiamo di raggiungere Piano Gaudolino tagliando verso destra nel fitto del bosco per incrociare direttamente la mulattiera del Colloreto.Dopo una serie di tornanti ci imbattiamo nella copiosissima sorgente della Serra le cui acque limpidissime e purissime sgorgano direttamente dalla roccia originando, fra rocce ricoperte di muschi multicolori un caratteristico torrente. Proseguendo verso i ruderi del Colloreto un’ultima emozione:i vari corsi d’acqua che si uniscono vanno a gettarsi in un poderoso salto descrivendo una pittoresca cascata. Intanto la bastionata rocciosa del Pollinello-Gaudorosso alla nostra sinistra chiude un fantastico colpo d’occhio.
Infine fra calcari bianchissimi
raggiungiamo le rovine del Convento del Colloreto,edificato su di un poggio
proprio al di sopra della galleria dell’autostrada. Come dicevo
all’inizio,davvero triste il contrasto tra un luogo storico archeologico di
notevole bellezza che andrebbe recuperato e le opere di ammodernamento della
galleria sottostante con tutte le sue piste di servizio per i cantieri.
E dopo dieci ore di cammino,la
lunga e faticosa marcia per chiudere questo fantastico anello è terminata,anche
se c’è da dire che abbiamo mantenuto più un passo da esploratori che da
escursionisti,soprattutto nella risalita del Vallone della Caballa da me e
Pasquale per la prima volta. Come sempre alla grande fatica in questi itinerari
grandiosi si uniscono grandi emozioni e soddisfazione senza pari.
1 commento:
gran bel giro!!!!!!!!!peccato per i pochi salti presenti!!!!!!ciao e alla prossima
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