Il tempo capriccioso degli ultimi giorni ha un po’
rimescolato i programmi fatti per l’ultimo week-end costringendomi ad andare in solitaria e
scegliendo un itinerario libero da spiacevoli sorprese meteorologiche. Avendo a
disposizione solo la mattinata a motivo di impegni di lavoro decido di
ritornare dopo diversi anni sulle Serre di Frascineto che personalmente amo
chiamare “Dolomiti” di Frascineto, piccolo centro arberesh vicino Castrovillari, ai piedi della
bastionata meridionale della catena del Pollino. Una “veloce incursione” direi.
L’intenzione è quella di fare il percorso ad anello che qui
chiamano di “Serra Giumenta”, risalendo la conoide detritica della Timpa del
Crivo, piegare a sinistra per raggiungere infine il Timpone del Corvo, elegante
piramide rocciosa che sovrasta l’abitato di Frascineto.
Il vallone veniva risalito dai locali per raggiungere i
pascoli alti e, siccome il Timpone del Crivo costituiva una barriera per
l’accesso alla montagna ,dopo la prima guerra mondiale fu usato dell’esplosivo
per allargare la mulattiera e renderla in tal modo percorribile agli animali da
soma. Lo stesso percorso veniva intrapreso anche per recarsi in pellegrinaggio
alla Madonna del Pollino.
Lascio in tal modo l’auto più su del campetto da bocce di
Ejanina e mi avvio per detriti fin sotto la parete della Timpa del Crivo da
dove parte una delle più belle mulattiere del Parco del Pollino, che permette
di rimontare sopra l’antica frana che ha originato il timpone. Come mia
abitudine però, dopo aver superato la “Donna che prega” ,una cuspide rocciosa
che sembra avere le sembianze di una vecchia col cappuccio e un’ampia veste col
capo chino e le mani unite portate al mento, abbandono la traccia e mi porto
verso sinistra andando ad infilarmi in un imbuto roccioso che devo superare (IV
- evitabilissimo. Ma chissà, il lungo
periodo di inattività mi ha fatto salire una adrenalina terribile).
Al di sopra della frana decido d’istinto di andare nella direzione opposta esplorando il versante orientale delle Piccole Dolomiti. E’ superfluo dire che lo spettacolo è sublime, si cammina tra rocce , pinnacoli dalle forme più bizzarre e archi naturali tra impressionanti pareti policrome a dominare il piccolo abitato e l’intera Piana di Sibari fino al Mar Jonio. Sembra di essere in un paesaggio lunare.
Seguo in leggera discesa quella che sembra una traccia di sentiero che porta a percorrere una cengia sovrastato da pareti verticali fino a raggiungere una piccola “forchetta”. Proseguendo dritto si scenderebbe per guadagnare un largo e comodo canalone; a sinistra invece vi è uno stretto canale, ripido e più incassato da risalire. Opto per questo portandomi dopo un aggiramento tra rocce facili su un pianoro panoramico.
Di fronte rinvengo delle grotte usate dai pastori come ricoveri per animali e poco più sotto un antro “aggiustato” con un muro a secco in pietra. Sinceramente non credo che attualmente vengano utilizzati, visto lo stato di abbandono degli stessi.
Proseguendo nella mia esplorazione seguo una traccia evidente che lambisce la base della parete conducendo ad un altro passo. Scendendo per alcuni metri guadagno l’ennesimo canalone detritico che tento di risalire per vedere se in alto c’è un passaggio ,ma aimè muore in parete e lì si aprono alcune grotte imponenti. Noto però che il terreno è stato ben “arato” da qualche branco di cinghiali e all’ingresso della grotta vi sono anche escrementi freschi. Direi che forse è meglio abbandonare la zona. Scendendo giù seguo la parete fin quando quando la stessa si abbassa consentendo di risalire al disopra d’essa. A questo punto sarebbe auspicabile guadagnare quota per aggirare e sormontare la bastionata rocciosa dirigendosi verso Timpone Castello prima e Timpone del Corvo dopo fino a chiudere un fantastico anello ma non ho molto tempo per cui decido di scendere incrociando la sterrata che a ritroso mi porterà all’auto.
Un itinerario molto bello, proponibile a tutti, di ampio
respiro paesaggistico, sempre vario, mai monotono, tutto da scoprire, che ti
permette di alternare facili camminate su cenge rocciose a piccole e divertenti
arrampicate per superare risalti rocciosi. Tutto questo a pochi passi dal
centro abitato e quindi facilmente raggiungibile. Ricordo pertanto che anche
quì abbiamo le nostre piccole Dolomiti.
1 commento:
Interessante esplorazione. Belle zone quelle, ci son stato a giugno se non ricordo male, ma non apiedi (arrivamm ocon la macchina fino ad un certo punto con l'amico Braschi ,che doveva fare dei rilievi).Un caro saluto.
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